Filippo Baldinucci su Cosimo Rosselli

COSIMO ROSSELLI

 PITTORE FIORENTINO

Nato 1416. + 1484.[1]

Filippo Baldinucci (Firenze 1625-1696) fu il primo a mettere in dubbio la biografia del Vasari, in particolare la data di morte e la povertà dovuta all’abisso delle ricerche d’alchimia, dove il nostro Cosimo sarebbe caduto secondo le voci raccolte dall’Aretino. Suo gran merito è l’aver scoperto il primo testamento di Cosimo (quello registrato nel 1483), con gli ingenti lasciti ai familiari.
Pubblichiamo dal suo monumentale Notizie de’ professori del disegno da Cimabue in quà (1681-1728), la parte che ci interessa.

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Fu maestro ragionevole ed operò molto a fresco e a olio. Nella città di Firenze vedesi di sua mano nel Chiostro piccolo della Santissima Nunziata la storia di San Filippo Benizi in atto di pigliar l’abito della Religione, la qual opera non fu da esso interamente finita, come si dirà appresso.

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Chi era Riccardo Musatti?

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Riccardo Musatti (a sinistra) con Giorgio Soavi e Betty di Robilant

Foto di Milton Gendel dall’Archivio di Repubblica

Uno dei primi studi sulla pittura di Cosimo Rosselli, sempre citato nelle bibliografie dedicate al pittore fiorentino, fu pubblicato da Olschki nel 1950. Lo aveva scritto Riccardo Musatti nel 1943, a 23 anni. Ci siamo chiesti chi fosse questo studioso, non notissimo alle cronache della storia dell’arte del primo Rinascimento. Anzi, completamente sconosciuto. Ci siamo accorti che era uno storico dell’arte che ebbe anche a ricoprire incarichi di primo piano in una azienda italiana molto famosa, l’Olivetti. La stessa a cui dobbiamo il restauro della Cappella Brancacci di Masolino e Masaccio.

Ringrazio la dott.ssa Lucia Alberton, dell’Associazione Archivio Storico Olivetti di Ivrea, per averci gentilmente inviato il ricordo che segue, pubblicato su Notizie Olivetti (anno 13°, num. 84 – luglio 1965).

Paolo Pianigiani


RICCARDO MUSATTI

La sera del 24 giugno…

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Un Filippo Lippi nel contado…

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Montespertoli, Museo d’Arte Sacra

Filippo Lippi (Firenze 1407 ca. – Spoleto 1469)

Madonna col Bambino (1440-1445 ca.)

Tavola, cm 89×64

da: La Valle dei Tesori, Capolavori allo specchio,

Catalogo della mostra del 2006 – Editore Polistampa

 

L’opera proviene dalla chiesa di Sant’Andrea a Botinaccio, una località del comune di Montespertoli. La critica non è del tutto unanime nell’attribuzione della tavola a Filippo Lippi, il cui nome fu proposto nel 1933 da Giorgio Castelfranco e confermato da vari studiosi nei decenni successivi. Di parere discorde fu invece Bernard Berenson, che nel 1950 suggerì di riconoscere nel dipinto la mano di Zanobi Machiavelli (1418 ca.-1479). L’autografìa dell’opera è stata messa in dubbio più re­centemente anche da Jeffrey Ruda (1993, p. 433), che propone una realizzazione della tavola all’interno della bottega del Lippi, con il solo intervento finale del maestro. A tale conclusione egli giunge rilevando alcune debolezze stilistiche, quali la testa di Maria troppo minuta in proporzione al corpo o una sorta di incertezza prospettica nella resa di scorcio del Bambino. Continua a leggere

Il San Lorenzo ritrovato

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MUSEO DELL’OPERA DEL DUOMO, FIRENZE

21 ottobre 2016 – 27 febbraio 2017

In mostra il magnifico busto in terracotta raffigurante San Lorenzo, riconosciuto come opera di Donatello, e un rilievo attribuito al Verrocchio con Decollazione di San Giovanni Battista, a cui forse lavorò Leonardo da Vinci

Sì è aperta al pubblico al Museo dell’Opera del Duomo di Firenze, e rimarrà visibile fino al 26 febbraio 2017, l’esposizione “Donatello e Verrocchio. Capolavori riscoperti”. La mostra presenta il magnifico busto in terracotta raffigurante San Lorenzo, recentemente riconosciuto come opera di Donatello, e un rilievo sempre in terracotta, con Decollazione di San Giovanni Battista, che ha lo stesso soggetto, dimensioni e composizione sia figurale che prospettico-architettonica della scena commissionata ad Andrea del Verrocchio per lo straordinario Altare d’argento conservato nel Museo dell’Opera del Duomo. Entrambe le opere, che appartengono alla Collezione di Peter Silverman e Kathleen Onorato, gettano luce su importanti capolavori conservati nel Museo e permettono di individuarne il rapporto con altre realizzazioni e artisti del XV secolo. Continua a leggere

Il Giovanni dal Ponte del Museo Horne… 

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 La Galleria dell’Accademia di Firenze e il Museo Horne insieme per  Giovanni dal Ponte

 Nell’approssimarsi dell’apertura al pubblico, il prossimo 22 novembre 2016, presso la Galleria dell’Accademia di Firenzedella prima mostra dedicata a Giovanni dal Ponte (1385-1437). Protagonista dell’Umanesimo tardogoticoci preme segnalare il contributo al progetto del Museo Horne, che presta il dipinto raffigurante la Madonna dell’Umiltà incoronata da due angeli, un’opera interessante degli esordi del pittore. Dalla sua la Galleria dell’Accademia di Firenze ha finanziato il restauro del suddetto dipinto che grazie a questa occasione acquisisce una rinnovata godibilità. Continua a leggere

L’Annunciazione di Sandro Botticelli agli Uffizi

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La nuova sistemazione delle sale dedicate a Sandro Botticelli ci ha regalato la possibilità di ammirare, riunito ad altre opere del maestro fiorentino, anche questo bellissimo affresco, dipinto per un monastero che accoglieva malati, pellegrini e trovatelli, situato in via della Scala.

Fu staccato e portato negli immensi depositi degli Uffizi, per esser messo in seguito su una parete della chiesa di San Piero Scheraggio.

Nel 2006 fu portato nel museo parrocchiale di Empoli, a confronto con l’Annunciazione di Francesco Botticini, nell’ambito di una mostra trasversale che vide insieme capolavori fiorentini e del contado.

Così dell’affresco ne parlò Antonio Paolucci.

Sandro Botticelli

(Firenze 1445-1510)

Annunciazione (1481)

Affresco diviso in due parti; cm 243×260 (l’Angelo), cm 244×294 (la Madonna)

Firenze, Galleria degli Uffizi, inv. Depositi n. 201

da: “La Valle dei Tesori”

Capolavori allo specchio

a cura di Rosanna Caterina Protopisani

Edizioni Polistampa, 2006

In fondo alla fiorentina via della Scala, verso la Porta al Prato, dove la città antica diventava periferia e diradava in orti, depositi, stallatici e terreni vaghi, c’era un monastero di carità, un ospizio destinato ad accogliere malati, pellegrini, trovatelli. Oggi, al suo posto, ce un ufficio della Procura di Firenze che si occupa della giustizia minorile. Ebbene la povera gente che cinque secoli fa varcava il portone di quell’edificio chiedendo ospitalità in nome di Cristo, veniva accolta dalla pura bellezza. Meravigliosa pervasività, ubiquità e gratuità della bellezza nei tempi antichi!… Perché sotto il portico, per una lunghezza di oltre cinque metri e una altezza di più di tre, ad accogliere ammalati, ragazze madri e pellegrini c’era la Vergine Annunciata, capolavoro di Sandro Botticelli; un grande affresco databile, per evidenza di documenti, alla primavera del 1481. Continua a leggere

Riccardo Musatti, Cosimo prima della Sistina

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Riccardo Musatti scrisse questo saggio nel 1943. Fu il primo studio monografico su Cosimo Rosselli, nel quale si analizza la produzione del pittore prima del suo massimo traguardo in carriera, gli affreschi per Papa Sisto IV, alla Sistina.

La pubblicazione, che abbiamo rintracciato sul mercato antiquario, è rarissima e costituisce uno dei documenti indispensabili per conoscere i primi passi di Cosimo Rosselli.

Uscì nella Rivista d’Arte – Vol.XXVI (Annuario 1950), edita da Leo S. Olschki.

La mettiamo volentieri a disposizione dei nostri lettori.

La redazione

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Francesco e la Croce dipinta

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PERUGIA

ALLA GALLERIA NAZIONALE DELL’UMBRIA

DAL 30 OTTOBRE 2016 AL 29 GENNAIO 2017

LA MOSTRA

FRANCESCO E LA CROCE DIPINTA

Attraverso una serie di capolavori tutti provenienti dal territorio umbro, realizzati tra la fine del 1200 e la prima metà del 1300, l’esposizione segue lo sviluppo della croce dipinta, in cui il motivo iconografico si legò sempre più frequentemente alla figura di san Francesco d’Assisi.

Dal 30 ottobre 2016 al 29 gennaio 2017, la Sala Podiani della Galleria Nazionale dell’Umbria di Perugia ospita una preziosa esposizione che documenta lo sviluppo della croce dipinta, a partire dagli anni settanta del Duecento fino al primo ventennio del secolo successivo, in cui il motivo iconografico si legò sempre più frequentemente alla figura di san Francesco d’Assisi, spesso rappresentato ai piedi della croce, in adorazione del Cristo.

La mostra, dal titolo Francesco e la Croce dipinta, curata da Marco Pierini, direttore della Galleria Nazionale dell’Umbria, col patrocinio della Basilica Papale e Sacro Convento di S. Francesco in Assisi e della Regione Umbria, presenta 9 capolavori, tutti di provenienza umbra.

La rassegna segue il rapido sviluppo dell’iconografia della croce in Occidente a partire dal XIII secolo attraverso l’evoluzione del Christus Patiens(Cristo morto, col capo reclinato sulla spalla e gli occhi chiusi) dal modello di Giunta Pisano – riletto e affinato da Cimabue – a quello giottesco, dove il corpo non si flette più con eleganza ad arco ma pende dalla croce con tutto il suo peso.

Non manca una tardiva, sebbene iconograficamente e artisticamente assai significativa, interpretazione dell’antico archetipo del Christus Triumphans (Cristo vivo, con gli occhi aperti a significare il trionfo sulla morte), realizzato in ambito spoletino dal Maestro di Cesi.

La rassegna offre una panoramica significativa delle particolarità religiose, liturgiche e artistiche di questi manufatti. Alle croci in origine sospese in asse con l’altar maggiore, si accompagnano alcuni esemplari coevi di minori dimensioni, la cui funzione spaziava dalla devozione privata all’impiego nelle processioni (e per questo dipinti da ambo i lati).

Il percorso si apre con la croce del Maestro di S. Francesco (1272) custodita nella Galleria Nazionale dell’Umbria, tra le prime a proporre il santo inginocchiato in adorazione dei chiodi e del sangue sgorgato dalla ferita del Cristo, e si chiude con il crocifisso del Maestro della Croce di Trevi (1315-1320) dove Francesco è raffigurato molto più grande che nelle croci duecentesche, appoggiato alla collina del Golgota.

Si segnala, tra le opere in mostra, una straordinaria tavola inedita proveniente dal Monastero di S. Paolo a Orvieto. Recentemente liberata dalle pesanti ridipinture che ne alteravano l’aspetto la croce ha rivelato una qualità pittorica straordinaria e una datazione all’ultimo decennio del Duecento, mentre la mano non può che appartenere a uno dei migliori pittori avvicendatisi sui ponteggi del cantiere di Assisi a stretto contatto con Giotto.

“Raffigurare San Francesco in devota adorazione delle piaghe di Gesù – sottolinea Fra Mauro Gambetti, Custode del Sacro Convento di S. Francesco in Assisi, – ci introduce anche nella sua esperienza spirituale. Innanzitutto, basta ripercorrere velocemente la sua vicenda biografica per accorgersi della centralità del mistero della croce: l’incontro con il Crocifisso di S. Damiano, l’abito confezionato a forma di croce, la familiarità con la lettera tau che diviene la sua firma, la frequente meditazione sulla passione di Gesù, le braccia sempre intrecciate a forma di croce nell’atto di benedire, sono solo alcuni degli esempi che si possono richiamare”.

Accompagna la mostra un catalogo, Silvana editoriale, con un’introduzione di fra Mauro Gambetti, saggi di Giovanni Iammarrone, Marco Pierini ed Emanuele Zappasodi, e ampie schede sulle opere redatte da Giovanni Luca Delogu, Alessandro Delpriori, Maria Falcone, Linda Pisani, Marzia Sagini.

 Perugia, settembre 2016

FRANCESCO E LA CROCE DIPINTA

Perugia, Galleria Nazionale dell’Umbria (corso Pietro Vannucci, 19)

30 ottobre 2016 – 29 gennaio 2017

Informazioni: Tel. 075.58668415; gan-umb@beniculturali.it

Orari: da martedì a domenica, 8.30-19.30; lunedì chiuso

Biglietti (Galleria Nazionale dell’Umbria + mostra): Intero, € 8,00; ridotto, € 4,00;

Catalogo: Silvana Editoriale

Ufficio stampa

CLP Relazioni Pubbliche

Anna Defrancesco, tel. 02.36 755 700

anna.defrancesco@clponline.it; www.clponline.it

Comunicato stampa e immagini su www.clponline.it

 

 

 

 

Mino da Fiesole

tabernay Dal sito http://www.studiumartium.cz

IL TABERNACOLO DI MINO DA FIESOLE

Da: “Ora et labora”

di Luciano Artusi e Antonio Patruno

Ed. Semper, 1996

Passiamo ora a parlare del meraviglioso tabernacolo marmoreo che custodisce dal 1482 la reliquia. L’opera fu realizzata da Mino di Giovanni Mini da Poppi detto “Mino da Fiesole”[1], che abitava a due passi dalla chiesa, in via Pietrapiana al secondo piano di una casa da lui acquistata nel 1464 (all’odierno numero 7) e abitata con la moglie Francesca ed il figlio Zanobi. Nel 1905 in un andito di tale appartamento, sotto uno strato di calce e intonaco furono rinvenuti schizzi e disegni ritenuti opera dello stesso Mino. Tali opere murali, nel 1958, vennero staccate e quindi custodite nei depositi della Soprintendenza alle Gallerie di Firenze.[2]

Vari documenti ci attestano il rapporto di committenza tra le monache benedettine di Sant’Ambrogio e questo scultore, a partire da…

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Cosimo a Boston

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La “Deposizione”, di Cosimo Rosselli, una delle meraviglie del Museum of Fine Arts do Boston. Apparsa dal nulla nel 1839, fu pubblicata l’anno dopo da Giovanni Rosini (Lucignano 1776 – Pisa 1855) come opera di Gherardo Starnina. Passata più volte di mano, finisce nel 1922 al museo di Boston, come dono di Zoe Oliver Sherman. Fu il Berenson ad assegnarla stabilmente a Cosimo, a partire dagli Indici del 1909).

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