Amedeo torna a Livorno: le interviste

Modigliani e l’avventura di Montparnasse

Capolavori dalle collezioni Netter e Alexandre

 Livorno – Museo della Città

7 novembre 2019 – 16 febbraio 2020

La grande retrospettiva nella città natale dell’artista in occasione del centesimo anniversario della sua scomparsa

E’ stata presentata oggi, alla presenza del sindaco di Livorno Luca Salvetti, dell’assessore alla cultura Simone Lenzi, del curatore della mostra Marc Restellini e del coordinatore del progetto Sergio Risaliti la mostra  Modigliani e l’avventura di Montparnasse. Capolavori dalle collezioni Netter e Alexandre.

L’esposizione, fortemente voluta dal Comune di Livorno, ha l’obiettivo di far ritornare nella sua città natale “Dedo” in occasione del centesimo anniversario della sua scomparsa. Era il 22 gennaio 1920 quando Amedeo Modigliani è ricoverato, incosciente, all’ospedale della Carità di Parigi dove muore, due giorni dopo, all’età di 36 anni, di meningite tubercolare, malattia incurabile al tempo, che era riuscito, miracolosamente, a sconfiggere vent’anni prima.  Il giorno della sua morte Parigi e il mondo intero perdono uno dei più grandi artisti di tutti i tempi. Con il suo stile inconfondibile era riuscito a rendere immortali i suoi amici, le sue compagne e amanti, i collezionisti e i volti ‘eroici’ dei figli della notte parigina.

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Helmut Newton a San Gimignano

Helmut Newton. San Gimignano
Galleria d’arte Moderna e Contemporanea di  San Gimignano
18 aprile – 1 settembre 2019


Galleria d’arte Moderna e Contemporanea di  San Gimignano
18 aprile – 1 settembre 2019


Galleria d’arte Moderna e Contemporanea di  San Gimignano
18 aprile – 1 settembre 2019

Sarà inaugurata mercoledì 17 aprile alle ore 18, presso la Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di San Gimignano, la grande retrospettiva dedicata a Helmut Newton promossa dai Musei Civicidel Comune di San Gimignano e prodotta da Opera-Civita con la collaborazione della FondazioneHelmut Newton di Berlino.

Il progetto espositivo è diMatthias Harder, curatore della Helmut Newton Foundation di Berlino, il quale ha selezionato 60 fotografie con lo scopo di presentare una panoramica, la più ampia possibile, della lunga carriera del grande fotografo tedesco.

Apre “idealmente” l’esposizione il ritratto di Andy Wharol realizzato nel 1974 per Vogue Uomo, l’opera più tarda è invece il bellissimo ritratto di Leni Riefenstahl del 2000. In questo lungo arco di tempo Newton ha realizzato alcuni degli scatti più potenti e innovativi del suo tempo. Dei numerosi ritratti a personaggi famosi del Novecento sono visibili circa 25 scatti, tra i quali quello a Gianni Agnelli (1997), a Paloma Picasso (1983), a Catherine Deneuve (1976), ad Anita Ekberg (1988), a Claudia Schiffer (1992) e a Gianfranco Ferrè (1996). Delle importanti campagne fotografiche di moda, invece, sono esposti alcuni servizi realizzati per Mario Valentino e per Tierry Mugler nel 1998, oltre a una serie di importanti fotografie, ormai iconiche, per le più importanti riviste di moda internazionali.

Newton, la vita e il suo universo.

Helmut Newton (1920-2004) è uno dei fotografipiù importanti e celebrati al mondo. Sin dall’inizio della sua carriera è riuscito a circondarsi di personaggi importanti dell’editoria che hanno apprezzato i suoi concetti visivi. Il risultato è un corpus di opere che, trascendendo i generi, ha raggiunto un pubblico numerosissimo di persone soprattutto attraverso riviste di moda. Le sue fotografie di moda, infatti, sono andate oltre la normale prassi ed hanno intrapreso una narrativa parallela, a volte intrisa di surrealismo o di suspense, come in un film di Alfred Hitchcock, dove, spesso, appare poco chiaro il confine tra realtà e messa in scena e dove gli elementi sono mescolati per creare un gioco di potere e seduzione. La sua fotografia ha superato gli approcci narrativi tradizionali e si è intrisa di lussuosa eleganza e sottile seduzione, oltre che di interessanti riferimenti culturali e di un sorprendente senso dell’umorismo.

Il tema ricorrente delle sue foto è la vita strabordante di eccentricità, bellezza, ricchezza, erotismo e arte culinaria. Egli ha utilizzato e contemporaneamente interrogato i cliché visivi, a volte arricchendoli di autoironia o sarcasmo, ma sempre restandovi in empatia. Newton è riuscito a unire la nudità e la moda in maniera sottile, con un senso di eleganza senza tempo. Il suo lavoro può essere considerato pertanto la testimonianza e l’interpretazione del mutevole ruolo delle donne nella società occidentale.

Il senso estetico di Newton è riscontrabile in tutti gli aspetti del suo lavoro,ma è in particolare nella moda, nella ritrattistica e nella fotografia di nudo, la quale raggiunge vette inarrivabili. Le donne sono al centro del suo universo, consacrando, con la sua arte, personalità del calibro di Paloma Picasso, Ornella Muti, Catherine Deneuve e Carla Bruni, solo per citarne alcune.

Durante la sua permanenza a Parigi, negli anni ’70 e ’80, Newton affina il suo stile, sfidando scherzosamente le convenzioni e i tabù. In questo periodo la fotografia di moda comincia ad attirare un pubblico sempre più ampio – aumentando la popolarità di libri fotografici e mostre sull’argomento – resa ancora più attraente dalla partecipazione di influenti fotografi come Richard Avedon, Irving Penn, William Klein e lo stesso Helmut Newton e dalle loro originalissime interpretazioni.

Dalla metà degli anni Ottanta i lavori di Newton subiscono un cambiamento: le fotografie cominciano a prendere la forma di una vera e propria narrazione fotografica. Tra i lavori più rappresentativi di narrativa visuale: le campagne in bianco e nero per Villeroy & Boch (1985), una serie di fotografie a colori con Monica Bellucci per Blumarine (1998) e diversi scatti per un calendario di riviste sportive (2002), dove giovani donne vestite in bikini non sono raffigurate in spiaggia ma nel deserto.

Negli ultimi anni della sua carriera Newton intensifica la collaborazione con le edizioni tedesche, americane, italiane, francesi e russe di Vogue, ambientando i set fotografici principalmente a Monte Carlo. Una location privilegiata per le sue fotografie sarà il garage della sua casa a Monaco, dove le modelle e le auto parcheggiate vengono disposte come in un elegante dialogo visivo, trasformando un luogo apparentemente banale in una originale sala di posa.

RIFERIMENTI

Ufficio Stampa Opera Laboratori Fiorentini – Civita
Salvatore La Spina – Tel. 055 290383 – Cell. 331 5354957 – s.laspina@operalaboratori.com

Le meravigliose visioni di Man Ray

06

06 Juliet, 1942 copia fotostatica da esposizione dell’opera: The Fifty Faces of Juliet, 1941-1954 © Man Ray Trust by SIAE 2018

MAN RAY. Wonderful visions
8 aprile – 7 ottobre 2018
San Gimignano, Galleria di Arte Moderna e Contemporanea

Oltre cento immagini fotografiche di Man Ray, in mostra alla Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di San Gimignano, dall’8 aprile al 7 ottobre 2018, ci consentono di rileggere il lavoro fotografico di uno dei piu significativi artisti del XX secolo.
Universalmente noto come artista dadaista e surrealista, Man Ray e stato uno dei piu grandi fotografi del XX secolo. Sperimentatore instancabile, ha reinventato tutto cio che ha toccato: cosi come ha rielaborato l’invenzione dei readymades dell’amico Marcel Duchamp, trasformandoli in “oggetti d’affezione”, altrettanto ha trasformato la fotografia in “fotografia d’affezione”, cioe a funzionamento simbolico invece che a pura registrazione.

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Giuseppe Chiari, le mani sulla tastiera

giuseppechiari

 

Tra le 5 gallerie per la mostra PentaChiari

Galleria Il Ponte

Giuseppe Chiari . Fotografia anni ’60 – 2000

2 dicembre 2017 – 2 febbraio 2018

 

Saranno esposte fotografie dagli anni’60 al 2000

 

Giuseppe Chiari, come tutti gli artisti che hanno seguito le esperienze Fluxus, ha spesso utilizzato la fotografia per fissare e testimoniare le sue performances. Fotografie che a partire dagli ormai famosi Gesti sul piano dei primi anni ’70 compongono una sezione della mostra, assieme ad alcune immagini veramente rare come quelle de L’acqua con tre specchi (1979) e le gigantografie scattate al video televisivo dei movimenti sul piano, poi virate in più colori del 1979.

Da questi due nuclei emerge con evidenza come l’uso della fotografia, che in un primo momento rappresenta il mezzo per fermare un avvenimento una sua performance, si trasforma, attraverso l’estrema libertà espressiva di Chiari, in linguaggio di cui l’artista si appropria, sviluppandolo all’interno di un proprio e personale  percorso.

Giuseppe Chiari nasce a Firenze nel 1926. Dopo gli studi di ingegneria, nel 1947 inizia la sua attività musicale e nel 1950 inizia a camporre. Nel ’61 con Pietro Grossi fonda l’associazione Vita Musicale Contemporanea. Con Sylvano Bussotti coordina la mostra itinerante Musica e Segno. Dal 1962 entra a far parte del gruppo internazionale e interdisciplinare Fluxus, nato negli USA per promozione di George Maciunas e impostato su comportamenti alternativi e continui sconfinamenti della specialità dei linguaggi.

Nel ’63 viene eseguito a New York il suo lavoro “Teatrino” all’interno di una serie di concerti organizzati da Charlotte Moorman e Nam June Paik. Partecipa in seguito al Gruppo 70 per la parte musicale.

Pubblica il libro “Musica senza contrappunto” nel ’69 e “Senza Titolo” nel ’71. Nel 1970 smette di comporre ed inizia una intensa attività di concerti, performances, conferenze che lo portano, fra l’altro, a Berlino, Londra, Parigi, Vienna, Milano, Venezia, Roma, New York.

La sua attività come artista visivo lo porta ad essere considerato oggi l’artista Fluxus italiano più importante in campo internazionale. Muore a Firenze nel maggio del 2007.

Nel 2010 la galleria, in collaborazione con l’Archivio Giuseppe Chiari, dedica all’artista I sei scalini sono la musica. Giuseppe Chiari e la fotografia.


Galleria “Il Ponte”

via di Mezzo 42b – Firenze

tel. 055 240617

www.galleriailponte.com

info@galleriailponte.com


 

Pentachiari

chiari web

Giuseppe Chiari, Senza titolo, 1992, tecnica mista su carta intelata
Courtesy Collezione privata Firenze e Tornabuoni Arte

PENTACHIARI

 CINQUE GALLERIE D’ARTE CELEBRANO SIMULTANEAMENTE L’OPERA DI GIUSEPPE CHIARI

 

Galleria Santo Ficara, Firenze;

Galleria Frittelli, Firenze;

Galleria Armanda Gori, Prato;

Galleria Il Ponte, Firenze; 

Galleria Tornabuoni, Firenze

 

inaugurazione sabato 2 dicembre, 2017

 


Nell’ambito delle iniziative promosse in occasione del decennale della scomparsa di Giuseppe Chiari, sabato 2 dicembre 2017, dalle ore 11 alle 23, a Firenze e Prato, avrà luogo la mostra PentaChiari – cinque gallerie d’arte celebrano simultaneamente l’opera di Giuseppe Chiari, a cura di Bruno Corà.

Le Galleria promotrici dell’evento sono: Galleria Santo Ficara, Firenze; Galleria Frittelli, Firenze; Galleria Armanda Gori, Prato; Galleria Il Ponte, Firenze; Galleria Tornabuoni, Firenze. Continua a leggere

Luca Maria Patella alla Galleria Il Ponte a Firenze

seconda

Vaso fisiognomico di Battista Sforza, (1982) 2017, marmo giallo di Siena, 33,5×36 diam; e Vaso fisiognomico di Federico da Montefeltro (stessa data), marmo verde Gressoney tornito, cm 34×36 diam. 

NOETICHE 22x31:Layout 1

Cosmo di Montefolle, 1985-86, scatola ottica in legno e altri materiali, cm 46x46x36

prima

Installazione, Federico da Montefeltro, 2017, vaso fisiognomico in legno, smalti, 298x192x7 cm

terza

Cosmo di Montefolle, 1985-86, scatola ottica in legno e altri materiali, 46x46x36 cm

 

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LUCA MARIA PATELLA

NON OSO / OSO NON / essere

a cura di  Alberto Fiz

Galleria Il Ponte – Firenze

22 settembre – 10 novembre 2017

catalogo

Luca Maria Patella

NON OSO / OSO NON essere

testo di  Alberto Fiz

Intervista di Ilaria Bernardi

Edizione italiana / inglese

Gli Ori, Pistoia 2017

Il Ponte inaugura la nuova stagione espositiva con la mostra NON OSO / OSO NON essere ideata da Luca Maria Patella appositamente per gli spazi della galleria. Come afferma lo stesso artista: “Beh! più modestamente (mo’ destamente?) ritorno a Firenze, al Ponte (!) con alcune mie idee (fiorentine?! che implicano la dialettica profonda, fra INConscio & COSCienza)”. Continua a leggere

Roberto Panichi a Palazzo Medici Riccardi

panichi cover

Venerdì 8 settembre, ore 17.30-19.30,

nelle Sale Fabiani di Palazzo Medici Riccardi

(Firenze, via Cavour 1)

Sarà inaugurata la mostra

 “Sequenze orfiche. Martirologio della follia”

di Roberto Panichi

Interventi di Anita Valentini e Gianni Venturi

La mostra, patrocinata da Città Metropolitana di Firenze, dal Consiglio della Regione Toscana, dal Comune di Firenze e dal Comune di Rignano, sarà visitabile fino al 5 ottobre tutti i giorni con orario 9.00-18.30.
Ideazione e organizzazione della mostra a cura di ‘Modo Fiorentino’.
Catalogo: Polistampa

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