La più bella del mondo



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Lina Cavalieri

di Marta Questa

Era il 1936 quando fu pubblicato a Roma il libro Le mie verità scritto da Lina Cavalieri, canzonettista, soprano lirico, mito della belle époque europea ed attrice cinematografica. L’ autobiografia, curata da Paolo  d’ Arvanni, nome d’ arte dell’ avvocato Arnaldo Pavoni, suo impresario e compagno di vita, era dedicata al poeta Trilussa, pseudonimo anagrammatico di Carlo Alberto Salustri, “grande amico e grande romano” e noto per le sue composizioni in dialetto romanesco. Lina aveva da poco superato i sessant’ anni, età in cui, diceva, “si è maturi per vivere in campagna”. A quell’ epoca aveva scelto di abitare nella villa di Roma “tra alberi secolari e piante e fiori” e per altri sei mesi dell’ anno a 80 chilometri dalla capitale, presso Rieti, a Castel San Benedetto , in collina, zona che diceva,  “valorizzata per volere di Mussolini” e dominata dalla “montagna di Roma, il Terminillo”.

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La lettera anonima

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Empoli, Collegiata. Cappella della Madonna Assunta – (foto di Alena Fialova’)

 

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 Scritta per non far diventare gli Empolesi “degni di riso e di compassione”

 di Paolo Pianigiani

Le lettere anonime da sempre hanno avuto ruolo e ascolto dalle nostre parti, e son servite a dare o far dare pugnalate nella schiena a persone per bene e altre baz­zecole simili. Questa di cui vi parlo, però, rimbalzò nel muro e fu archiviata senza colpo ferire, nei faldoni dell’Archivio Parrocchiale della Collegiata di Sant’Andrea a Empoli. Da dove la recuperò, anni indietro, l’amico Walfredo Siemoni, nel mentre portava a termine il suo studio dedicato alla nostra Collegiata; me ne ha fornito, con la consueta generosità, la copia rimasta in fotocopia nei suoi archivi. Continua a leggere

Pescare nel fango: il Museo e l’alluvione

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Museo Galileo

20 giugno – 20 novembre 2016

 

Il 4 novembre 1966 l’Arno salì fino a due metri e mezzo rispetto al pavimento d’ingresso di Palazzo Castellani, sommergendo le sale espositive del seminterrato e del piano terreno e causando danni gravissimi alle collezioni dell’Istituto e Museo di Storia della Scienza (oggi Museo Galileo).

A 50 anni dall’alluvione di Firenze, la mostra ricorda l’evento mettendo in risalto, da un lato, il drammatico impatto che esso ebbe sull’istituzione e, dall’altro, le operazioni di salvataggio e recupero degli antichi strumenti scientifici, condotte a buon fine grazie soprattutto all’appassionato impegno dell’allora direttrice Maria Luisa Righini Bonelli. Sotto la sua guida, l’alluvione si trasformò da evento catastrofico in occasione per ampliare gli spazi espositivi, ripensare i criteri di conservazione e di presentazione al pubblico delle preziose collezioni e per consolidare una rete di rapporti internazionali con altri musei e importanti studiosi. Continua a leggere

Palazzo Pitti: Splendida Minima

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Fig. 1, Arte ellenistica Testa di regina lagide, forse Arsinoe II, III secolo a.C., calcedonio, Vienna, Kunsthistorisches Museum, Antikensammlung

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Manifattura italiana, Alessandro Magno e Olimpiade, fine del XVII – prima metà del XVIII secolo. Manifattura italiana, Museo Archeologico di Firenze

 

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Splendida Minima. Piccole sculture preziose nelle collezioni medicee

Dalla Tribuna di Francesco I al tesoro granducale
Firenze, Tesoro dei Granduchi, Palazzo Pitti
21 giugno – 2 novembre 2016

Come recita il suo titolo, questa mostra è dedicata ad una particolare classe di manufatti di grande valore artistico e raffinatezza, sebbene di ridotte dimensioni: piccole sculture a tutto tondo in pietre preziose, di epoca ellenistico romana, per secoli al centro dell’interesse collezionistico dei Medici e oggi in gran parte patrimonio del museo del Tesoro dei Granduchi delle Gallerie degli Uffizi.

L’esposizione “rivela – al pari di una lente metaforica – un universo di piccole magnificenze (…). Eppure, sfogliando il catalogo, non di rado l’occhio si arresta su un’immagine, che a prima vista sembra illustrare una scultura di dimensioni magnifiche, se non addirittura un colosso. Sono effetti ingannevoli: e perciò un ritratto imperiale che appare enorme – ma che in verità misura solo pochi centimetri – fa capire come il grandioso non debba essere necessariamente grande e come la monumentalità non sia sempre legata all’effettivo formato di un’opera”( Eike D. Schmidt, Direttore delle Gallerie degli Uffizi).

La mostra si apre illustrando con alcuni esempi le caratteristiche di questi piccoli formati scultorei di epoca classica, realizzati a tutto tondo da pietre preziose, e mettendo in risalto la loro stupefacente vicinanza, in termini iconografici e formali, con la grande plastica del periodo. E’ questo il caso del Ritratto di Augusto del Tesoro dei Granduchi messo a diretto confronto con una replica marmorea dello stesso tipo.
Il corpus complessivo delle preziose sculture antiche ad oggi noto è costituito da circa quattrocentottanta esemplari, un numero senz’altro errato per difetto e destinato quindi a crescere con il progredire degli studi. Nella prima sezione sono anche illustrate le funzioni di queste preziose sculture che, come dimostrano confronti iconografici testimoniati in mostra da un prezioso dittico eburneo del VI secolo d.C. o da un rilievo marmoreo degli inizi del III secolo d. C., erano utilizzate come complementi di attributi connessi con i ritratti legati al culto imperiale.

Una grande passione per questo genere di sculturine in pietre dure fu propria di Francesco I de’ Medici, che ne possedeva una nutrita collezione e si impegnava ad incrementarla commissionando la ricerca a Roma di marmi e pietre adatti alla creazione di busti. Teste antiche in pietre dure furono così assemblate su busti in alabastro orientale, scolpiti nelle botteghe di corte e impreziositi da panneggi e acconciature d’argento dorato. Questa collezione fu destinata da Francesco I all’arredo della Tribuna (descritto nell’inventario del 1589), uno scrigno delle meraviglie nel cuore degli Uffizi. Tra queste spiccano in particolar modo il Busto femminile con testa di cristallo di rocca di età imperiale, il Canopo egizio in calcedonio e il Busto di mora in onice e argento dorato dell’intagliatore milanese Giorgio Gaffuri. Le piccole sculturine preziose furono utilizzate anche per abbellire le mensole che reggevano il palchetto della Tribuna: del loro arredo si offrono in mostra due testimonianze esemplificative.

Nel corso del Seicento e del Settecento altri illustri esponenti della dinastia medicea raccolsero e coltivarono il gusto di raccogliere questi particolari oggetti. Tra questi si distinse il Cardinal Leopoldo, raffinato e colto collezionista, che acquistò pezzi d’eccezionale qualità, come la mano in calcedonio che fa da icona alla rassegna. Al merito di Cosimo III si deve in seguito l’inserimento delle opere dello zio Leopoldo nell’arredo sempre più sfarzoso della Tribuna, che ci viene testimoniato al suo acme dai puntuali disegni dell’atlante della Galleria diretto da Benedetto Vincenzo De Greyss. Dalla testimonianza di questo preziosissimo documento nell’ultima sezione della mostra si è tentata la ricostruzione a grandezza naturale dell’allestimento tardo settecentesco di uno dei palchetti della Tribuna degli Uffizi. La scenografica riproduzione del disegno della parete con la statua di Apollo fa da sfondo a quasi tutte le opere distribuite sullo scaffale: le poche mancanze sono dovute a pezzi perduti o di cui non è stato possibile ottenere il prestito in mostra. Si tratta del primo tentativo di ricostruire questo aspetto fondamentale della decorazione della Tribuna, che mette in luce come, ancora nel Settecento, la disposizione delle statue sulla mensola fosse incentrata su sottili rapporti tra le dimensioni e le cromie degli oggetti. La riproposizione dà corpo ai rimandi e alle relazioni che si creavano tra le opere a tutto tondo disposte sulle pareti della Wunderkammer: si recupera così un brano significativo per la ricomposizione di quella ‘musica visiva’ che aveva fatto della Tribuna – e degli oggetti in essa contenuti – l’espressione di un’architettura mentale e di una raffinata quanto complessa veste di rapporti iconografici e simbolici che si va progressivamente svelando.

La mostra a cura, come il catalogo edito da Sillabe, di Valentina Conticelli, Riccardo Gennaioli e Fabrizio Paolucci, è promossa dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo con le Gallerie degli Uffizi e Firenze Musei.

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La giovinezza di Masolino

 

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L’enigma della giovinezza di Masolino

di Ugo Procacci

 

da: Masolino a Empoli

Catalogo della Mostra

Chiesa di Santo Stefano degli Agostiniani – Collegiata di S. Andrea

Empoli settembre 1987

 

Uno dei punti più problematici della vicenda di Masolino è la sua giovinezza, della quale, allo stato delle conoscenze attuali, si sa poco o quasi nulla.

Ad Ugo Procacci, colui che ha scoperto le sinopie e gli affreschi della Cappella di Sant’Elena ad Empoli e che ha trovato e pubblicato tanti documenti relativi ai pittori operosi a Firenze nel Quattrocento, è stata richiesta la Sua autorevole presenza in que­sta pubblicazione.

Ugo Procacci ha risposto con una lettera in cui invita la redazione del catalogo a ri­pubblicare alcune sue pagine particolarmente significative per tentare di risolvere il pro­blema della giovinezza di Masolino.

Il professor Procacci comunica inoltre nella stessa lettera la sua ipotesi di lavoro di un lungo soggiorno di Masolino in Ungheria durante la sua giovinezza. Tale soggiorno spiegherebbe la mancanza di documenti a Firenze relativi a questa fase della vita di Masolino. Continua a leggere

Benozzo Gozzoli a San Gimignano

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Fig.1 Benozzo Gozzoli Pala di Santa Maria Maddalena. Madonna col Bambino e angeli tra i santi Giovanni Battista, Maria Maddalena, Agostino e Marta tempera e oro su tavola San Gimignano, Museo Civico

Museo Thyssen- Bornemisza

Fig.4 Benozzo Gozzoli Pala di Santa Maria Maddalena. Madonna col Bambino e angeli tra i santi Giovanni Battista, Maria Maddalena, Agostino e Marta. Predella con San Girolamo e Beato Bartolo tempera e oro su tavola Madrid, Museo Thyssen-Bornemisza

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Fig.3

Fig.3 Benozzo Gozzoli Pala di Santa Maria Maddalena.Madonna col Bambino e angeli tra i santi Giovanni Battista, Maria Maddalena, Agostino e Marta. Predella con Cristo in pietà tra la Vergine e Giovanni evangelista, tempera e oro su tavola Milano, Pinacoteca di Brera

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Fig.2 Benozzo Gozzoli Pala di Santa Maria Maddalena. Madonna col Bambino e angeli tra i santi Giovanni Battista, Maria Maddalena, Agostino e Marta. Predella con Beata Fina e santa Maria Maddalena tempera e oro su tavola Avignone, Muséedu Petit Palais

Fig.1

Fig.1 Benozzo Gozzoli Pala di Santa Maria Maddalena. Madonna col Bambino e angeli tra i santi Giovanni Battista, Maria Maddalena, Agostino e Marta tempera e oro su tavola San Gimignano, Museo Civico

Disegno

Fig.9 Benozzo Gozzoli Due nudi maschili e due cani che dormono Penna e inchiostro marrone, acquerello marroncino, biacca su carta filigranata tinta di rosso 1459 circa Firenze, Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi

Benozzo Gozzoli a San Gimignano

18 giugno – 1 novembre 2016

Pinacoteca, Piazza Duomo 2, San Gimignano

 

     Dal prossimo 18 giugno la Pinacoteca di San Gimignano ospita una mostra dedicata al pittore fiorentino Benozzo Gozzoli (Firenze 1420-21 – Pistoia 1497), artista tra i più rappresentativi e prolifici del Quattrocento italiano.La mostra Benozzo Gozzoli a San Gimignano intende celebrare, per la prima volta e in modo esaustivo, il quadriennio sangimignanese del maestro, uno dei periodi più intensi e fecondi nella sua lunga attività. Curata da Gerardo de Simone e Cristina Borgioli l’esposizione è promossa dal Comune di San Gimignano e dalla Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio delle Provincie di Siena, Grosseto e Arezzo in collaborazione con l’Arcidiocesi di Siena, Colle di Val d’Elsa, Montalcino e la Fondazione Musei Senesi.

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La presentazione degli atti del Convegno su Caravaggio

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Santagostino, Empoli – Sabato 11 Giugno 2016.

Prentazione degli Atti del Convegno

“Da Caravaggio, il San Giovanni Battista Costa e le sue copie”

svoltosi a Empoli nell’aprile del 2015

Riprese e foto di Alena Fialová


INDICE della pubblicazione, edita a cura di Walfredo Siemoni, per la Misericordia di Empoli.

Composizione e stampa: Nuova Ige Empoli

 

Nicole R. Myers: Caravaggio’s  St. John the Baptist in the Nelson-Atkins Museum of Art

Maria Cristina Terzaghi: Il San Giovanni Battista e i Caravaggio Costa. Novità e riflessioni

Angela Cerasuolo: La copia del San Giovanni Battista di Caravaggio del Museo di Capodimonte: studio tecnico ed intervento di restauro

Valfredo Siemoni: Giovanni Marchetti collezionista di Caravaggio

Cristina Gnoni Mavarelli: Il restauro del San Giovanni Battista della chiesa di Santo Stefano.

Conservazione e ricerca

Sandra Pucci: Note tecniche sul restauro di San Giovanni in preghiera. Chiesa di S. Stefano degli Agostiniani, Empoli

Anna Pelagotti (Art-Test): Sopra e sotto la pittura: i risultati delle indagini scientifiche

Roberta Lapucci: Spunti di lettura tecnica e iconografica sui San Giovanni Battista del Caravaggio

Marco Masseti: La “pelle” del Santo. Le specie zoologiche nell’iconografia tradizionale di San Giovanni Battista

Gianni Papi: Riflessioni sui dipinti di Caravaggio per Ottavio Costa, sulle copie e sulla nuova Giuditta di Giuseppe Vermiglio

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Gli atti del Convegno un anno dopo

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A distanza di un anno dal Convegno “Da Caravaggio, il San Giovanni Battista Costa e le sue copie”, che si tenne a Empoli, nella Chiesa conventuale di Santo Stefano degli Agostiniani, sono stati pubblicati gli Atti, e saranno presentati sabato prossimo 11 Giugno nella stessa Chiesa che gli empolesi chiamano “Santagostino”, con la partecipazione di alcuni relatori e la presentazione dell’evento da parte di Bruno Santi.

Come si ricorderà il Convegno fu ideato da Walfredo Siemoni e promosso dalla Misericordia di Empoli.

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