Mese: gennaio 2015
La visita a Santamaria… report di Marcantonio Perugino
La presentazione del libro di Paolo a Rinascita
Vista da Marcantonio Perugino…
Libreria Rinascita, via Ridolfi, Empoli
venerdì 23 Gennaio 2015, ore 18
Un Calendario per Santagostino
Sabato 24 Gennaio, ore 9,30: Santa Maria a Ripa e la sua gente
Una visita al Convento e alla Chiesa
Sull’ardimentoso mare di facebook, dove succede il di tutto e il di più, a volte vengono fuori gruppi di persone che voglio condividere antichi ricordi, storie e storielle, alla ricerca dell’origine comune: vie e strade riprendono vita, personaggi, la varia umanità di questo mondo disperso si ritrova. Il “ma ti ricordi di…” dà la stura a un mondo condiviso che non è solo chiacchiere, ma diventa base per ritrovare unità di intenti e di pensiero. Quello che poi si chiama identità, e che fa angolo con l’amicizia, l’antipatia, la discussione e il racconto.
A Santa Maria a Ripa (indispensabile tenere insieme questi vocaboli legati dalla preposizione “a”) è stato facile ritrovare questo percorso comune: l’unità della frazione è fortissima, e in poche vie e piazze si concentrano i ricordi, come in un libro aperto che si sfoglia. Continua a leggere
Una tavola misteriosa a Santa Maria a Ripa
Una tavola misteriosa a Santa Maria a Ripa
di Odoardo Hillyer Giglioli
da “Empoli Artistica”,
Francesco Lumachi Editore, Firenze 1906
Tra le pitture voglio cominciare con una tavola non ricordata nell’inventario della chiesa, appesa ad una parete presso la sacrestia. Sembra che il tempo e l’ignoranza degli uomini abbiano escogitato tutti i mezzi per offendere questa pittura sudicia, tarlata, solcata da due grossi spacchi longitudinali, con il colore che sta per cadere a pezzi in più punti. Malgrado, lo stato di rovina che lascia uno sconforto nell’animo, il quadro mi parve subito così interessante, che lo feci trasportare nel vicino chiostro per fotografarlo ed esaminarlo a mio agio. Mi accorsi d’essere davanti ad un artista fiorentino, che dipingendo sul declinare del XV secolo, derivava dalla scuola di Domenico Ghirlandaio, essendo ancora ligio alla tradizione Castagnesca. Se il colorito della sua tempera è monotono, se il disegno, secco, incisivo, non è sempre corretto, vi è una testa, quella della Madonna, che nella nobiltà del suo dolore s’impone su tutta quanta la scena, come opera d’arte di prim’ordine. È descritta più che dipinta questa sofferenza materna negli occhi lacrimosi contemplanti il corpo esanime del Cristo che la Madonna sorregge sulle ginocchia. Continua a leggere
Loris Fucini, catalogo a cura di C. Pacher
Introduzione
Si pensa istintivamente al primo ambiente figurativo del « Cavaliere azzurro » di Monaco, alle pitture e agli schizzi semi-astratti e cromaticamente intensi di Kandinsky, che ritengono qualche cosa della tematica e dell’ordine reali e nei quali gli oggetti ancora riconoscibili sono diventati metafore poetiche. Anche nei quadri di Fucini sembra che la realtà abbia imparato dall’arte, più che l’arte dalla realtà. Ma al clima pittorico del « Cavaliere azzurro » appartengono anche Franz Marc, con le sue costruzioni mistico-interiori, e August Macke, con la sua arte dell’equilibrio a contrappunto: e infine Paul Klee, che nei segni della sua palingenesi grafica e coloristica indica la via di una nuova creazione della natura. Continua a leggere
Bruna Scali, di Mario De Micheli
Bruna Scali, ritratto di Baudelaire
Un percorso retrospettivo
(…) Molteplici interessi quelli di Bruna Scali dunque, ma tutti, ad ogni modo, confluenti in una sola e fondamentale operatività: la pittura.
Ciò significa almeno due cose: la prima che Bruna Scali è aperta e sensibile ai temi della cultura, della sociologia, della politica come lo sono i giovani più attenti e preparati d’oggi; la seconda che la sua pittura non intende in alcun modo rinchiudersi in un puro esercizio elitario o aristocratico, bensì manifestarsi come comunicazione di ragioni e motivi che ognuno di noi sente come termini della nostra quotidiana esperienza. Sono queste le prime considerazioni che le sue opere suscitano a chi le guarda. In questa stessa ricchezza di ragioni e di motivi ha quindi radice il suo stesso linguaggio, che sfugge alla monotonia della sigla formale per frastagliarsi, ramificarsi e articolarsi in un plurimo gioco di soluzioni espressive, ora…
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Jan Vladislav, la poesia in esilio
Ezra o la grande contraddizione
Un poeta contro tutto e tutti
di Paolo Pianigiani
Ezra Weston Loomis Pound, nacque a Hailey, il 30 ottobre 1885 e morì a Venezia il 1º novembre ; americano di nascita, ma vissuto prevalentemente in Europa.
E’ considerato uno dei principali autori del movimento letterario del modernismo (principalmente dell’Imaginismo e del Vorticismo), e ha influenzato in maniera significativa la lirica inglese, introducendovi al contempo elementi orientali, occidentali, americani ed europei. Ha fatto da fulcro e da istigatore.
Ha fatto conoscere presso il pubblico inglese le opere di Dante e di Guido Cavalcanti. Il che non è poco, visto dalla nostra parte.
Ha scoperto Joyce quando ancora era un giovane professore d’inglese a Trieste, con scarse possibilità di emergere, per non dire nessuna. Gli scrisse una lettera nel dicembre del 1913 dicendogli più o meno: mi hanno parlato di lei, non so cosa sta scrivendo. Me lo mandi, forse possiamo esserci utili a vicenda.
Per Joyce fu la luce e la possibilità di pubblicare su riviste importanti, come l’inglese Egoist e l’americana Poetry, diretta da Harriet Monroe che per lui affrontò un celebre processo. Continua a leggere