Odoardo H. Giglioli: un articolo sul Pontormo a Pontorme

Il San Giovanni Evangelista ed il San Michele

dipinti dal Pontormo per la chiesa

di San Michele a Pontormo presso Empoli

Rivista d’Arte, 1905

 

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Sono lieto di presentare le prime fotografie di queste pregevolissime pitture che rivelano tutto lo stile caratteristico dell’artista simpatico e geniale: su di esse non conosciamo che il ricordo Vasariano giacché manca in proposito qualsiasi documento.

Secondo lo storico aretino sarebbero state eseguite dopo il 1516, cioè dopo l’affresco del chiostro della SS. Annunziata, e le tavole, l’una allogatagli da Francesco Pucci per la cappella di San Michele Visdomini in Via dei Servi a Firenze, l’altra da Bartolomeo Lanfredini. Continua a leggere

Marta Questa: Concorso per la statua di Anna Maria Ludovica de’ Medici, Elettrice Palatina

 Jan_Frans_van_Douven,_Doppelbildnis_Johann_Wilhelm_von_der_Pfalz_und_Anna_Maria_Luisa_de'_Medici_(1708)Anna Maria Luisa e Giovanni Guglielmo, ritratto di Jan Frans van Douven, 1708.

“Amo la mia città con una passione quasi morbosa ed odio tutti coloro che la trattano con tale leggerezza che non conosce perdono…Non un ricordo marmoreo adeguato, non la più grande strada  intitolata alla stirpe dei Medici. Il Palazzo di via Larga si chiama Riccardi e fu dalla stessa casata Medici, fatto costruire dal Michelozzo.  Niente insomma, per farla breve, ricorda, come doveroso,  l’ invidiata presenza di questa stirpe. Unica al mondo. Il gesto magnifico dell’ ultima Medici, forse ispirato dal cardinale Leopoldo, non ha riscontro. E non lo avrà mai più”. Continua a leggere

L’archivio di Luigi Boni, a cura di Vanessa Chesi

METODOLOGIA USATA

NEL RIORDINARE

L’ARCHIVIO “LUIGI BONI”

Lara-Vinca Masini su Luigi Boni, studio

Boni, Luigi Boni, Luigi_Pagina_01

L’archivio  che ho preso in considerazione ed analizzato è un ARCHIVIO PRIVATO SPECIFICO nel senso che riguarda interamente un artista, Luigi Boni, nato nel 1904 in una frazione di Empoli e morto nel 1977 nella stessa città. Tutto il materiale contenuto è stato raccolto con dedizione ed entusiasmo da Paolo Pianigiani che aveva conosciuto “Gigi” (così veniva chiamato il più anziano artista) nel 1973 alla Galleria “Il Toro” di Empoli. “Mi era stato presentato come uno dei pochi in città che si intendesse di pittura e avevo visto con stupore alcuni suoi lavori di quel periodo, gli ultimi realizzati con le “palle”, grandi supporti di tela juta brulicanti di rilievi sferici. Continua a leggere

Odoardo Hillyer Giglioli a proposito degli affreschi di Gherardo Starnina a Empoli

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Rivista d’Arte, 1905

Su alcuni affreschi perduti dello Starnina. – Una grande oscurità avvolge ancora la vita e le opere di questo artista che il Vasari dice maestro di Masolino; l’unica notizia sicura è stata fino adesso la sua iscrizione nella Compagnia di S. Luca nel 1387 col nome di Gherardo di jacopo dipintore, giacché dubbiose sono le date della nascita e della morte 1354 e 1408. Manca una base certa di confronto per stabilire se realmente siano sue le storie di S. Antonio abate e di S. Niccolò vescovo nella cappella Castellani in S. Croce a Firenze attribuitegli dal Vasari e conquistategli dalla moderna critica.starnina1

Irreparabilmente perdute sono le pitture della cappella di S. Girolamo al Carmine, così pure il S, Dionigi e la città di Pisa frescate sulla facciata del palazzo di parte Guelfa, che, ricordate dallo scrittore aretino, furono viste ai tempi del Baldinucci e del Richa. Poco o nulla di positivo sappiamo sui lavori da lui eseguiti in Spagna, e il Cavalcaselle1 gli nega una Adorazione dei Magi esistente in un camerino dell’Escuriale.

Sono lieto di presentare un documento che, pur riferendosi ad affreschi scomparsi, prova come non solo lo Starnina ricevesse l’allogazione per una cappella nella chiesa di S. Stefano d’Empoli, ma l’avesse già cominciata a dipingere il 6 di febbraio 1408. Chi commise il lavoro fu la compagnia della Nunziata della veste nera fondata nel 1354 e soppressa nel 1785: la loro cappella ora sede della Misericordia detta anche di fuora, perché sporgente dal corpo della chiesa, fu restaurata, ingrandita nel 1501 e danneggiata da un incendio l’8 aprile 1642.  Prima dunque di questa data si presentava nella sua integrità l’opera dello Starnina, che Bernardo Rossellino vide come decorazione del suo gruppo marmoreo della Annunciazione, scolpito nel 1447. Ora apparentemente non esiste più nulla, però siccome le notizie che abbiamo non accennano ad una distruzione completa, mi pare si possa ancora sperare che qualche frammento dell’antica pittura sia restato sotto l’intonaco: e credo che l’ufficio regionale farà opera veramente meritoria iniziando una serie di assaggi a questo scopo.