I 350 anni della Saint-Gobain

Versailles, la Galleria degli Specchi

Versailles, la Galleria degli Specchi

Una storia lunga 350 anni: la Saint Gobain

di Paolo Pianigiani

Siamo nella seconda metà del ‘600, in Francia. Luigi XIV, il Re Sole, governa sui francesi e sull’Europa con sfarzo e magnificenza. Il suo ministro alle finanze, Jean Baptiste Colbert, ha le idee molto chiare. La Francia deve essere il faro del mondo, e la sua economia assolutamente la prima, in tutti i settori. In modo da ridurre al massimo le importazioni, in particolar modo quelle relative agli articoli di lusso, così necessari ai cerimoniali e agli arredi della corte reale.

Come fare? Semplice, creare aziende specializzate, dotarle di privilegi e farle prosperare, garantendo commesse e protezioni nel tempo.

In quegli anni furoreggiava il “vetro veneziano”, realizzato a Murano da maestranze dalle mani d’oro, con una tecnica unica e tenuta ben segreta dalla Repubblica di San Marco. Ma gli emissari di Colbert avvicinarono alcuni “maestri vetrai” e li convinsero a trasferirsi in Francia, nella neonata “Manifacture Royale de glace de miroirs”, promettendo ricompense infinite in denaro, onori e, attrazione non da poco, belle donne. Ed ecco che nel 1665 prende a funzionare questa impresa, che ebbe la prima sede nel paesino di Saint Gobain, in Piccardia, non lontano da Parigi. La prima commessa riguarda la “Galerie des Glaces”, lo splendido gioiello d’architettura Rococò che risplende di specchi e di ori ancora oggi, a Versailles.

La direzione è affidata al finanziere Nicolas du Noyer, a cui viene garantita per 20 anni l’esenzione delle tasse e il monopolio del vetro nel regno di Francia. L’attività si sposta nei pressi di Parigi, nel sobborgo di Saint-Antoine. E’ conosciuta come La Compagnie de Noyer. Nel 1667 le officine furono trasferite a Tourlaville, vicino a Cherbourg, in mezzo alla foresta di Brix, per garantire la fornitura a basso costo del legno, utilizzato come combustibile nei forni. Nella sede parigina era rimasta la pulitura del vetro semilavorato. Nel 1683 lo Stato rinnovò per altri 20 anni i privilegi concessi, e la Compagnia continuò le attività sotto un nuovo direttore, Pierre de Bagneux.

Alla fine del regno del Re Sole, il vetro francese aveva soppiantato il monopolio di quello veneziano in tutta Europa. Ma altre compagnie vengono fondate, infrangendo il monopolio di quella di Noyer. L’invenzione di un nuovo modo di produrre le lastre di vetro a colata su tavola, scoperta da Richard de Néhou, permise alla compagnia di Thévard di produrre lastre di vetro di dimensioni maggiori (60 pollici per 40, contro le precedenti misure di 40 pollici per 40). Ed ecco che la nuova compagnia, sotto la direzione del nipote dell’inventore del procedimento, Louis Lucas de Néhou, torna a Saint Gobain, per la presenza di sconfinate foreste situate nei dintorni della piccola città.

Le due compagnie si svilupparono secondo le regole della concorrenza, finché, una improvvisa crisi finanziaria che arrivò nel 1695, non provocò una fusione, voluta dallo stato francese. Ma nel 1702 comunque la nuova compagnia fallisce, e viene rilevata da alcuni finanzieri franco-svizzeri. Nasce così la compagnia Dagincourt, che continua l’attività fino alla Rivoluzione Francese.

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In seguito la Compagnia prende il nome che ha ancora oggi, e nasce così la Sant-Gobain, dal nome del paesino fra le foreste, nel distretto dell’Aisne, espandendo ovunque nel mondo le sue attività.

In Italia, nel 1889, nello stesso anno nel quale la Tour Eiffel diventa il simbolo del nuovo e delle capacità dell’uomo di raggiungere il cielo, a Pisa viene costruito lo stabilimento per la produzione del vetro.


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